In Profumeria

Com’è noto, l’essenza di bergamotto, grazie alla sua freschezza, è l’ingrediente fondamentale non solo dell’acqua di Colonia classica ma anche di numerosi altri delicati prodotti di profumeria, di composizioni come le “Chypres” e le “Fougères”, di basi moderne di fantasia, di cosmetici e saponi, ecc., per profumare i saponi deve essere impiegata con cautela data la sua poca stabilità con gli alcali. Il bergamotto possiede un odore delicato e persistente che costituisce già un eccellente profumo. Si caratterizza, inoltre, rispetto anche agli altri olii essenziali agrumari, perché possiede un certo effetto fissativo quando è usato in concentrazioni abbastanza alte e perché armonizza con quasi tutti gli altri olii trasmettendo ai profumi un’indefinibile dolcezza ed una squisita freschezza. In pratica, svolge molteplici ruoli: rinvigorisce e dà brio agli odori più leggeri, evidenzia quelli latenti e, d’altro canto, attenua e migliora alcuni odori troppo forti. In definitiva, è quasi impossibile preparare un buon profumo senza bergamotto e ciò giustifica il suo diffuso impiego in ogni parte del mondo.

Oggi si vendono, sotto il nome di Acqua di Colonia, numerosissime lozioni alcooliche con gli ingredienti più vari. Riteniamo opportuno, a titolo indicativo, riportare di seguito una formula che si richiama da vicino alla classica Colonia di Farina:

Essenza di Rosa 2g
Essenza di Gelsomino  40 g
Essenza di Gerani 40 g
Essenza di Neroli 120 g
Essenza di Lavanda 40 g
Essenza di Rosmarino 10 g
Essenza di Petitgrain 120 g
Essenza di Bergamotto 240 g

La suddetta composizione si scioglie in 36 litri di alcool 94 e 4 litri di acqua di fiori di arancio (ossia, circa 16 grammi di olii essenziali per litro). Negli estratti o profumi la concentrazione della miscela di olii essenziali è notevolmente più elevata (dal 15 al 20%). Il profumo ottenuto, dopo accurata miscelazione, acquista le caratteristiche complete di qualità e fragranza dopo una “maturazione” di 2-3 mesi.

Le principali qualità tecniche di un profumo

Le principali qualità tecniche di un profumo possono essere così sintetizzate:

  • Un profumo deve essere forte, deve avere la dovuta concentrazione (senza controproducenti economie), deve essere equilibrato affinché abbia corpo ed allo stesso tempo fragranza.
  • Un profumo deve essere equilibrato, deve essere così ben omogeneo da non presentare nessuna nota prevalente. Non deve essere un complicato miscuglio di odori piacevoli ma deve essere l’espressione di un’idea fondamentale sostenuta ed integrata su uno sfondo adatto. La nota odorosa deve essere chiara e caratteristica
  • Un profumo deve essere durevole: la nota caratteristica non deve cambiare e deve continuare a diffondersi per parecchie ore dalla persona che ne è impregnata.

Inoltre, un profumo deve possedere delle qualità “artistiche”: deve essere piacevole (ottima qualità dei prodotti usati, armonia e concordanza dei vari prodotti fra loro), elegante ed originale (basato su una idea nuova, sull’interpretazione nuova di una nota odorosa già conosciuta).

Certamente il successo di un profumo oggi dipende notevolmente dai progressi verificatisi nei metodi pubblicitari, dal miglioramento della distribuzione e dell’eleganza della confezione. I profumi meglio lanciati hanno più successo tuttavia, resistono molto meglio al tempo quelli di qualità superiore: gli altri, per essere venduti richiedono sforzi continui e la loro vendita viene a cessare se si interrompono i suddetti fattori.
Le dosi di impiego variano di solito fra lo 0,05 e lo 0,12% per i saponi, lo 0,05 e lo 0,25% per le creme e le lozioni, fra lo 0,20 ed il 3,00% per i profumi.

Numerosi sono gli impieghi dell’essenza anche nel campo aromatico (tabacchi da pipa, canditi, té, ecc.). In questi ultimi anni l’essenza di bergamotto è stata utilizzata con grande successo negli abbronzanti, grazie alla presenza di sostanze fotodinamiche (furocumarine o psoraleni) da tempo note per la proprietà di stimolare la melanogenesi.

Anche le pectine derivate dal bergamotto, oltre all’impiego preminente nella fabbricazione delle marmellate, trovano innumerevoli applicazioni nel campo cosmetico, per la produzione di paste, saponi, creme, ecc.

Perfino il National Formulary riporta due formule di paste peptiche e descrive la tecnica di preparazione:

                                                            1            2

Pectina 200                                   75 g         35 g

Glicerina                                     180 g          50 g

Acido benzoico                              2 g            2 g

Soluzione fisiologica:                    q.b. per arrivare a 1.000g

In entrambi i casi viene anzitutto disciolto l’acido benzoico nella soluzione fisiologica riscaldando a 100 C. A parte viene mescolata la pectina con la glicerina in adatto recipiente asciutto fino a dispersione completa delle particelle peptiche. Infine, sempre agitando, si addiziona la soluzione contenente l’acido benzoico e si agita fino all’ottenimento di una pasta omogenea.

Fra gli impieghi della pectina nel campo di cui ci occupiamo, la letteratura riporta ancora quelli nelle paste dentifricie, nelle lozioni per capelli, come eccipiente negli unguenti più diversi, ecc.

Per concludere questo capitolo, non si può non accennare agli usi terapeutici dell’essenza di bergamotto.

L’essenza è un antisettico potente al pari del fenolo rispetto al quale non presenta l’inconveniente di essere maleodorante, caustico, ecc.

Può essere utilizzata per l’antisepsi generale del corpo e delle case, ospedali, sale di riunione, ecc. Sembra, inoltre, che sia uno dei più gradevoli ed efficaci fra gli antisettici delle vie urinarie, digestive e respiratorie.

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